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Dott. Giorgio Brughitta neuroradiologo

Medico chirurgo - Specializzato in Neuro Radiologia

Laureato con lode nel 1985 in medicina e chirurgia, con una tesi sperimentale dal titolo "Infusione sottocutanea di Lisuride nel morbo di Parkinson complicato da L-Dopa Long TermSyndrome" il dottor Brughitta si abilita alla professione nello stesso anno.

Nel Novembre 1985 viene ammesso alla prima Scuola di Specializzazione in Neurologia, Dipartimento di Neuroscienze, Università La Sapienza Roma e frequenta come specializzando, il reparto di ricovero e cura della prima Clinica Neurologica assieme al gruppo di terapia sperimentale del morbo di Parkinson. Arruolato tra gli ufficiali medici dell'esercito italiano, inizia a lavorare nel reparto neuropsichiatrico dell’Ospedale Militare di Udine.

Si specializza in seguito in neurologia con lode e nello stesso anno fa parte dell'equipe di Neuroradiologia del Dipartimento di Scienze Neurologiche Università La Sapienza Roma. Specializzato in Radiodiagnostica nel 1994, inizia diverse collaborazioni con i principali istituti neurologici italiani (Neuromed di Isernia, INI Grottaferrata).

Perché utilizzare un macchinario da 1,5 Tesla

Solo utilizzando un macchinario con un'adeguata potenza magnetica riusciamo ad ottenere delle immagini nitide. Macchinari con una potenza minore possono essere adatti a risonanze articolari, ma non alla diagnostica del sistema neurologico ed encefalico: il macchinario in uso presso il Laboratorio Preneste, ha una potenza di 1,5 Tesla, oltre questa possiamo trovare solo macchinari per la ricerca medico-scientifica. E' il top di gamma e poche strutture possono vantare questa tecnologia.

Poter lavorare con apparecchi di questa importanza è per noi neuroradiologi fondamentale: il nostro lavoro consiste nel studiare le patologie attraverso delle immagini e la risonanza magnetica è stata una delle invenzioni più straordinarie del 20° secolo, perché ci permette di guardare all'interno del corpo senza invasività e senza alcuna controindicazione, dandoci una fotografia dell'interno. In questo caso e con questo macchinario le immagini sono pressoché perfette, alcuni miei stessi colleghi hanno vantato la qualità di queste immagini.

Come per tutte le tecnologie, la risonanza magnetica ha dovuto fare un percorso di miglioramento negli anni e ad oggi possiamo dire che una risonanza magnetica encefalica fatta con un macchinario da 1,5 Tesla non dà adito ad errori di refertazione. Ovviamente qui al Preneste anche i tecnici radiologi che lavorano con questo macchinario devono essere all'altezza per poter sfruttare al meglio questa tecnologia medica.

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